È primavera! E si torna con una bella etimologia dialettale. I piemontesi tra voi potrebbero trovare quantomeno originale l'associazione tra l'idea della nuova stagione nascente e la parola del giorno, ma continuate a leggere, a tutto c'è una ragione.
In particolare c'è una poesia di Bertran de Born, che ha funestato tutta la mia carriera di studentessa di materie umanistiche, e che oggi può risultare di difficile comprensione (sarà perchè è stata scritta nel millecentoequalcosa):
Be'm platz lo gai temps de Pascor
mi piace il tempo allegro di primavera
Que fai folhas e flors venir
che fa nascere foglie e fiori
E platz me quant auv la baudor
e mi piace sentire il rumore
Dels ausels que fan retentir
degli uccelli che fanno risuonare
Lor chant per lo boscatge
il canto per i boschi
E fin qui tutto normale. Se non fosse che poi continua con:
E ai grand alegratge
e sono molto felice
Quand vei per campanhas rengats
quando vedo accampati per le campagne
Cavaliers e cavals armats
cavalieri e cavalli armati
E platz me quand li corredors
e mi piace quando i soldati
Fan las gens e l’aver fugir
fanno fuggire la gente con i propri averi
E platz me quand vei après lor
e mi piace quando vedo dietro di loro
Gran re d’armats corren venir
enormi armate inseguirli correndo
E platz me mon coratge
e mi piace il coraggio
Quand vei fòrts chastels assetjats
quando vedo forti castelli assediati
E-ls barris rots e-d'esfondrats
le barriere rotte e sfondate

eccetera, eccetera, eccetera. Qui continua con una corposa lista di miserie e violenze assortite. Ora, io dico a me stessa: ma no, questo tipo di azioni e sentimenti sono cose di un millennio fa, qualcosa che ci sembra assurdo, che non possiamo neanche comprendere perchè un abisso temporale e culturale ci separa dai nostri cugini di allora (e di cugini si tratta, specialmente per noi piemontesi, perchè la Provenza è proprio a due passi).
Bene, ora guardiamoci intorno, pensiamo alla Libia, all'ONU, a Sarkosy e facciamo due conti. Io, personalmente, sono un po'schifata. E qui viene l'etimologia del giorno, ovvero quella della parola piemontese che esprime il mio stato d'animo a questo riguardo: sgiai, cioè "schifo".
A quanto pare deriva da un ipotetico verbo *sgiaiè "provare schifo, ribrezzo, raccapriccio" che è un composto della particella EX e di GLADIUM, cioè "spada". Guardacaso in origine indicava proprio il terrore di essere colpiti, ammazzati, trafitti. Esprimeva proprio lo schifo che dovrebbe infondere all'uomo la guerra, in tutte le sue forme.