mercoledì 27 gennaio 2016

Memoria

La mia seconda etimologia su Instagram. Sono molto tentata di crearne una serie con il tag #ethimologram. Se la tesi di laurea me lo permetterà lo farò di certo. Oggi è la giornata della memoria e ho deciso di condividere quest'immagine e queste parole con voi.

Memoria. La parola deriva dal latino memoria(m) e tra origine a sua volta dalla radice indoeuropea MAR-. Da questo insieme di suoni derivano diverse parole sanscrite che significano "ricordare", ma anche "desiderare", "amare". La memoria oggi più che mai è un atto d'amore verso il prossimo. Conoscere le radici, come sempre, è fondamentale.

It. memoria, ingl. memory. The word comes from the latin memoria(m), that originates from the indoeuropean root MAR-. The sanskrit words from this root mean "remembering" but also "desiring", "loving". Today remembering is an act of love. Knowing our roots, as usal, is essential.


domenica 21 settembre 2014

Desire

So che è molto che non scrivo, ma penso che sia il caso di condividere anche qui la mia ultima foto di Instagram, che inaugura il tag #ethymologram. Chissà, potrebbero essercene altre...
Se vi fa piacere seguitemi su Instagram.


lunedì 8 ottobre 2012

Insegnare

Per me è questo il vero capodanno. Non è solo l'inizio dell'anno scolastico, è il momento in cui tutti riprogettiamo la vita dopo il riposo estivo.
Io quest'anno insegno. Non nella scuola pubblica, non lettere, ma insegno. Avrò una classe collettiva di tastiere, in orario pomeridiano, in una scuola media. Ci sarà il registro, il bidello, la campanella, ma questa volta sarò dall'altra parte della cattedra, o meglio, dello strumento.
Inutile dire che la cosa mi spaventa parecchio, ma ho anche molta voglia di mettermi alla prova. E come al solito parto da qui, dalla parola.

Insegnare deriva dal latino *INSIGNARE composto di IN e SIGNARE, che vuol dire scrivere, imprimere, fissare. Imprimere dunque qualcosa ma non sulla carta, su quel formidabile e potenzialmente illimitato archivio che è l'esperienza umana.

In bocca al lupo a me, e buon anno a tutti.




Date un'occhiata al sito della scuola, l'ho fatto io. ;)

lunedì 30 gennaio 2012

Neve

È una delle parole più antiche del mondo, e non c'è niente da fare, la sua etimologia è un mistero. Forse è per questo che mi piace così tanto. Se consultate un dizionario etimologico vedrete che le parole per "neve" si somigliano in tutte le lingue indoeuropee. E così, forse per suggestione, mi pare che nei suoni del latino NIX, NIVIS, che è già di per sè una parola di duemila anni, si percepiscano il bianco, il silenzio, lo stupore che proviamo ogni volta che vediamo i fiocchi che cadono soffici da non si sa dove.
Guardando i tetti candidi di Torino mi coglie un pensiero: in fondo quei suoni sono l'unico indizio che abbiamo di come si dev'essere sentito, un numero impensabile di anni fa, il primo uomo che ha visto la neve.

mercoledì 4 gennaio 2012

Propositi

Forse è venuto il momento di fare una lista di buoni propositi per l'anno nuovo. Dunque.
Vediamo.
Non so perchè, ma quest'anno non mi riesce proprio, più ci penso e più il vuoto mentale mi invade.
Così, come faccio a volte per chiarirmi le idee, apro il dizionario etimologico. "Proposito" è una parola dall'origine molto semplice. Deriva cioè dal participio latino PROPOSITUM, composto di PRO e PONERE, da cui anche l'italiano "proporre", verbo che in origine significava "porre qualcosa davanti a sè".
Tento di visualizzare il concetto nella mia mente. Sono ancora dubbiosa. Non ci sarà mica il rischio che, ponendo sulla propria strada desideri e possibilità, si faccia come con il proverbiale carro davanti ai buoi? Non è che per la smania di fare le cose per bene si finisce per porsi da soli degli ostacoli insormontabili?
Ok, allora quest'anno va così, niente propositi. Solo una strada sgombra e ignota davanti a me. Speriamo sia piena di sorprese.

Buon 2012 a tutti voi!

martedì 20 dicembre 2011

Veglia

Ci siamo quasi, mancano solo cinque giorni a Natale: le luci sono accese, l'albero è fatto, i dolci sono solo da sfornare. I regali, forse, li abbiamo già comprati tutti. Stiamo pensando ai cibi da preparare e a cosa indosseremo per festeggiare. Forse ci viene in mente che cinque giorni non sono molti per organizzarsi, e che il tempo a nostra disposizione si riduce ulteriormente se per noi è la notte della vigilia il momento fondamentale della festa.
Per me, per molti anni, non è stato così, visto che la mia famiglia ha sempre festeggiato il Natale durante e dopo il pranzo del 25. Ora però, le mie tradizioni familiari si sono mescolate con quelle della famiglia del mio fidanzato, ed ho iniziato anch'io a vegliare la notte del 24, aspettando la mezzanotte per lo scambio dei regali, mangiando squisiti piatti di pesce e giocando a tombola.
Oggi stavo pensando che la parola veglia mi è sempre piaciuta. La sua etimologia è la stessa della parola vigilia, che altro non è che la versione conservativa della parola latina VIGILIA(M), a sua volta da VIGILE(M), che significava "attento" ma anche "sveglio". In veglia la differenza nei suoni è dovuta semplicemente alla caduta della sillaba centrale (detta anche sincope) e al mutamento della i breve in e.
Quando penso a questa parola, ricordo il leggero senso di stordimento che si prova da bambini a stare svegli fino a tardi, e la magia dell'attesa di Babbo Natale e della Befana. Mi viene in mente anche la veglia tradizionale che si faceva nella mia campagna, con la famiglia allargata raccolta attorno al calore delle mucche e delle persone amiche. A ripeterla sottovoce sento quasi il profumo del fuoco della stufa e del camino. Mi figuro poi la sentinella dell'etimologia, che in un passato lontano vinceva il freddo e il sonno della notte osservando le stelle all'orizzonte.
E sono proprio queste le sensazioni che vi auguro di provare questo Natale, magari ritrovandole, come me, nelle sillabe di questa parola vecchia di duemila anni: magia, calore, protezione, coraggio, e attenzione verso le cose e le persone che amate.
Auguri a tutti voi!

lunedì 24 ottobre 2011

Teleriscaldamento

Brrr....
Teleriscaldamento = composto del prefissoide greco tele, che significa lontano, e della ben più nota parola riscaldamento.
Pare che sia un buon modo per risparmiare sulla bolletta e per inquinare di meno l'ambiente.
MA (e questo è un grosso ma) può capitare che il suddetto potere riscaldante, per ragioni tecniche a me del tutto ignote, non arrivi a destinazione, e questo, ahimè, è il caso del mio condominio.
In questo frangente non è solo il riscaldamento ad essere tele, ma anche tutti quelli che dovrebbero toglierti d'impiccio, tipo il teleamministratore condominiale e il telefuochista della caldaia, e lontana anni luce pare anche la soluzione del problema.
Morale della favola: tengo il computer acceso perchè, essendo vecchiotto, si surriscalda, e ho la sensazione che mi scaldi la camera.
E scrivo sul blog per tenere attivi i neuroni e bruciare calorie. :)
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