Non è ancora detto che io possa godere a lungo di tali consolazioni quest'estate, visto che per buona parte del tempo sarò impegnata a scrivere la tesi, alla quale, dato l'argomento assurdo, dedicherò più avanti un post ad hoc.
Ieri dopo aver dato il mio penultimo esame mi sono soffermata a pensare alla parola vacanza in sè (che è anche un buon modo per rimandare le decisioni che la riguardano).
Deriva dal latino VACANTE(M), participio di VACARE, cioè essere vuoto, libero. Nel nostro caso libero dal lavoro, dagli impegni, dai problemi (anche se c'è chi dice che andare in villeggiatura equivale a stressarsi da un'altra parte).
A me fa pensare alle città ad Agosto, con i negozi chiusi, le strade deserte e tutti i parcheggi liberi che avresti desiderato trovare durante il resto dell'anno.
5 commenti:
Non so perchè ma questa idea del vuoto mi sembra molto taoista:
Trenta raggi si uniscono in un solo mozzo
e nel suo non-essere si ha l’utilità del carro,
s’impasta l’argilla per fare un vaso
e nel suo non-essere si ha l’utilità del vaso,
s’aprono porte e finestre per fare una casa
e nel suo non-essere si ha l’utilità della casa.
Perciò l’essere costituisce l’oggetto e il non-essere costituisce l’utilità
Dunque l'unica cosa utile nella vita ... sono le vacanze :)
Quest'anno temo che la vacanza faccia brutti scherzi :(
le città vuote...
i negozi chiusi...
i vecchi abbandonati...
come i cani.
Ciao, Zuccaviolina! Questo bel blog non poteva "esser vacante" di un salutino di Sir Galahad. Saluti e auguri
Sir
Grazie Sir, molto onorata! ;-)
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