Sul problema già molto è stato scritto, e io sono qui, invece, per raccontarvi una storiella esemplare:
Ezio e Patrizia passano le vacanze in un paesino sulle Alpi. Lì hanno una piccola casa con un grande balcone. Stanno passeggiando, e Ezio ogni tanto si ferma, si china a terra, e poi si ritira su.
«Si può sapere che stai facendo?» chiede Patrizia.
«Raccolgo questa roba, è incredibile quante schifezze la gente butta per terra».
«Sì, vabbè, ma mica potrai raccoglierle tutte tu».
«Certo che posso, qui è come se ci fossi nato, è il mio paese, e io lo tengo pulito. Fai conto che mi paghino per farlo, ecco... è come se prendessi cinquanta centesimi a rifiuto. Toh, di oggi mi sono già guadagnato tre euro e mezzo».
Patrizia sorride accondiscendente e continuano a camminare.
Dopo alcuni giorni, Ezio esce di casa con il sacchetto della rumenta da buttare, di mattina presto, prima di andare al bar a leggere il giornale.
Si avvicina al cassonetto, che è vuoto, e a un tratto li vede.
Si avvicina al cassonetto, che è vuoto, e a un tratto li vede.
Sul fondo, cinquanta euro. Per lui.
Conosco personalmente Ezio e Patrizia e so con sicurezza le le cose sono andate proprio così.
La nostra parabola è ambientata in Piemonte, e quassù immondizia si dice rumenta, oppure, nell'astigiano, armenta. Mi sono interrogata a lungo sull'etimologia di questa parola e alla fine ho concluso che deriva dal verbo piemontese arman-e, cioè rimanere, dal latino REMANERE (la A iniziale è tipica dei verbi che iniziano per RE- nei dialetti del nord italia, e serve ad agevolare la pronuncia).
La nostra parabola è ambientata in Piemonte, e quassù immondizia si dice rumenta, oppure, nell'astigiano, armenta. Mi sono interrogata a lungo sull'etimologia di questa parola e alla fine ho concluso che deriva dal verbo piemontese arman-e, cioè rimanere, dal latino REMANERE (la A iniziale è tipica dei verbi che iniziano per RE- nei dialetti del nord italia, e serve ad agevolare la pronuncia).
Le due parole in questione traggono origine da dei neutri plurali, e significavano "le cose che restano, ciò che rimane", ovvero i rimasugli, gli avanzi.
È facile, oggi più che mai, dimenticarsi dei rifiuti, ma in compenso è molto, molto difficile disfarsene.
È facile, oggi più che mai, dimenticarsi dei rifiuti, ma in compenso è molto, molto difficile disfarsene.
13 commenti:
Ahahah! Anche io li conosco ;)
Se si sta parlando di Ezio Graggio e di Patrizia d'Addario, posso dire di conoscerli anche io.
Ultimamente anche io sono diventato sensibile al problema dei rifiuti, è un business in crescita dove si possono fare parecchi soldi e io ho una certa attitudine allo "smaltimento" dei rifiuti.
ps
Io ho sempre usato il termine "rumenta" per indicare qualcosa di inutile ma poi Luca mi ha insegnato ad utilizzarlo per indicare le viscere degli animali schiacciati sulla strada.
Mi sa che li conosco anche io!!
ma che carina 'sta storia!! mica la sapevo!! e tu sei molto brava nel raccontare storie, etimologie ed altre cose.....shte
ooops....per sbaglio sono venute delle lettere senza senzo....si sono sovrapposti campi di scrittura...va beh...io volevo mandarti cmq tanti baci....
tippy
...ancora io...senso non senzo!!!
chiedo venia e me ne vado....:-)
eheh tranquilla tippola, si vede tutto benissimo! Grazie per i complimenti! :)
ho ricreato account...ora spero di poter commentare..prima non mi riusciva sempre e i tuoi lavoro mi piacciono davvero molto
Conosco anche io EZIO e PATRIZIA e la storiella è sicuramente vera!!! :)
Comunque è un'ottimo spunto per riflettere sull'importanza del senso civico di ognuno e della responsabilità dei nostri comportamenti...
ps. immondizia nel dialetto delle mie parti (astigiano ovest)si dice " armenta" ma penso sia solo una "trasformazione" linguistica avvenuta con il tempo per il passaparola fra zone e zone...ti risulta?
Leggerti è sempre un piacere! :)
grazie mille Iulia! :)
Oh, ma che bel post :) Giusto oggi mi chiedevo se avresti riproposto altre parole piemontesi, ed eccomi accontentato!
Eheh grazie Enrico...vedi? Non c'è neanche bisogno di chiedere ;)
@fioredimaggio: sì, anche la versione "armenta" è contemplata...l'etimologia è esattamente la stessa. :)
Cara Marta, il tuo racconto mi è piaciuto molto. E l'etimologie devo ammettere che affascinano tanto anche me, specialmente se indagano i dialetti italiani.
Grazie per essere passata dalle Funkfunk 16! Anche noi visiteremo con piacere questo bellissimo "parlapà"! Lola
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