giovedì 30 dicembre 2010

Divieto

Nella mia via c'è un divieto di sosta. Non nel senso che in un determinato luogo non sia concesso parcheggiare, ma nel senso che da qualche tempo a questa parte vi è comparso un cartello stradale provvisorio, retaggio di probabilmente di un cantiere a conclusione del quale è stato dimenticato. A volte osservo la sua figura esile e traballante, con la testa rotonda, blu bordata di rosso, e per un attimo mi pare di cogliere in lui un atteggiamento un po'mesto. Non tanto perchè ciò che prescrive venga sistematicamente violato -egli è ben consapevole di essere messaggio all'interno di un codice- ma perchè si trova ineluttabilmente in balia degli eventi. Dal mio balcone appare chiaramente, infatti, che spesso viene spostato per tutta la lunghezza della strada dall'automobilista inquieto che tenta di ritagliare un rettangolo di asfalto per sè e la sua vettura, e talvolta gli è accaduto anche di ritrovarsi dall'altra parte della carreggiata. Benchè probabilmente la visione del mondo da una nuova prospettiva possa apparirgli stimolante, l'episodio più mortificante l'ha visto issato a forza sul marciapiede medesimo, con la sola possibilità di rivolgere vanamente il suo messaggio alle facciate ignare dei palazzi circostanti.
So bene che non parliamo la stessa lingua, ma la prossima volta che gli passo di fianco quasi quasi un sorriso glielo faccio.

La parola divieto deriva da un verbo latino che probabilmente suonava come *DEVETARE, composto dalla particella DE e dal verbo VETARE. Quest'ultimo, da cui deriva anche il sostantivo italiano veto, ha probabilmente la stessa radice di VETUS, cioè vecchio. Secondo questa interpretazione (che però non è verificata e dunque chiedo a voi lettori, strizzando l'occhio, di cedere senza rimorsi alla suggestione) una cosa è vietata quando viene "messa tra le cose vecchie" perchè ha ormai fatto il suo tempo, e dunque è opportuno che non venga fatta più.

4 commenti:

milvia ha detto...

Carissima Zuccaviolina, sono qui a lasciarti un commento per la seconda volta da quando ho iniziato a leggerti: solo per dirti che mi piace moltissimo come scrivi, e mi piacciono moltissimo le cose che scrivi.
E per augurare a te e a tutte le persone che ami un 2011 bello e luminoso e in cui, per tutti noi, cose miopiamente vietate divengano lecite e cose stupidamente, brutalmente lecite, divengano vietate.

Zuccaviolina ha detto...

Ciao Milvia, è vero, un divieto a volte è come l'associazione tra il cartello e il suo messaggio: assolutamente arbitrario. ;)
E mi piace quello che dici, anch'io vorrei un anno in cui il buonsenso e l'intelligenza prevalgano sulle regole sciocche e gratuite o al contrario sull'assoluto arbitrio che può regnare laddove tali regole non esistono. Buon anno a te!

Le FUNKFUNK16 ha detto...

Cara Zuccaviolina non posso che essere d'accordo con Milva, anche io ti leggo con piacere. Pensa che mi trovo a pubblicizzare più il tuo blog che il mio :-)
Dopo questo post farò più attenzione anche io ai divieti e forse un sorriso a qualche divieto obsoleto glielo regalo anche io.
Un bellissimo 2011!
Lola

Zuccaviolina ha detto...

Grazie mille Lola, anche il vostro blog mi piace molto, trovo che sia un'idea carinissima quella del blog a più mani, e voi scrivete tutte molto bene...buon 2011 a te e alle tue coinquiline! Un bacione!

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