sabato 7 agosto 2010

Ancia

Eccomi qua. Sono tornata dalle vacanze e sono passata dal bagno a mare all'immersione nella tesi, speriamo senza gravi naufragi, ma è ancora tutto da vedere. Proprio ieri mi sono scontrata con una regola grammaticale che avrà fatto sudare freddo molti di voi, e riguardava il plurale della parola ancia. Giacchè l'etimologia e la grammatica non hanno poi molto in comune i più curiosi possono andare a leggersi la famigerata regoletta qui.

Ma passiamo alla parola del giorno. L'ancia è una sottile lamella di legno o di metallo che fa sì che i clarinetti, le zampogne, gli oboi, le fisarmoniche e svariati altri strumenti producano suoni. Il funzionamento dell'ancia è identico a quello del filo d'erba o del gambo di soffione quando da bambino lo strappi e ci soffi sopra (lo facevate anche voi?), in poche parole vibra interrompendo e rilasciando, continuamente e molto velocemente, l'aria che viene dai nostri polmoni e così facendo produce un certo suono.
A quanto pare la parola deriva dall'antico francese anche, che a sua volta deriva dall'antico olandese *ankya che indicava il canale dell'osso (anche la parola anca in effetti è germanica), da cui è passato a indicare il condotto, l'imboccatura dello strumento e quindi anche la lamella posta vicino all'imboccatura.
Uno strumento tradizionale italiano tipico, dotato di ancia doppia, cioè di una coppia di ance legate una con l'altra, è la ciaramella (quella nella foto), che tradizionalmente suonava in coppia con le zampogne. Questa parola deriva dal latino CALAMUS, che è il nome della canna, pianta che si presta molto a costruire strumenti musicali perchè è naturalmente cava all'interno.
Questo testimonia come da sempre l'uomo tragga dalla natura non solamente il nutrimento per il corpo, ma anche quello per l'anima.

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