Ho l'influenza (troppe etimologie?), sono a letto con il pc sulle coperte, e fuori c'è il temporale. Ottimo inizio di weekend, direi.
Ma a me, in realtà, i temporali piacciono. Più di quelli primaverili amo quelli estivi, con il tipico cielo scuro e pesante, elettrico, come nella
canzone di Jovanotti.
I temporali estivi, quelli che ci sorprendono quando andiamo in giro belli sbracciati, con i sandali, e all'improvviso sentiamo raffiche di vento tiepido, un gocciolone sulla guancia, e ci viene l'impulso di affrettarci verso casa, e quello opposto di fermarci lì, in mezzo alla strada, e abbandonarci alla furia degli elementi. Ma tutte queste sensazioni vengono spazzate via, in un attimo, da una ben più intensa: l'odore dell'asfalto bagnato, l'unica fragranza al mondo capace di evocare in un solo istante: estate, infanzia, mare, avventura, vapore, pantaloncini corti, bicicletta, vacanza. Poi comincia a piovere sul serio, e dimentichi dei i propositi di poco fa ci ripariamo sotto il primo portico, e ci divertiamo a contare i secondi tra lampo e tuono, anche se non ci ricordiamo più il modo in cui si calcola la distanza in chilometri del temporale. E poi, a che servirebbe saperla? In questo momento, al riparo, segretamente ci piacerebbe che il centro fosse proprio sopra la nostra testa, per godere meglio di questo spettacolo violento e incantevole, per gustarci bene la paura. Ascoltiamo i lampi e i tuoni, che in piemontese si chiamano
losna e
trun, e sembrano divinità di un qualche olimpo celtico scese finalmente in terra a fare giustizia. Poi, ci scopriamo a immaginare la quiete, proverbiale, che verrà dopo, e a chiederci con gioia infantile se riusciremo a vedere l'arcobaleno.
Ecco perchè mi piacciono i temporali.

Ma veniamo alle etimologie: il tuono, in piemontese
trun, deriva dalla parola latina TONITRU(M), a sua volta derivante da TONUS, con l'inserimento della
r avvenuto probabilmente per ragioni fonosimboliche, ovvero per imitare, con il suono della parola, il suo stesso significato. La vibrante in questione ha poi subito una metatesi, ovvero si è spostata nella prima sillaba, per agevolare la pronuncia.
Ma quella che preferisco è l'etimologia di
losna, che a prima vista sembra una parola strana e di probabile origine esotica, e invece deriva dal verbo latino *LUCINARE, da cui
losnè, ovvero folgorare, lampeggiare. Questa parola deriva a sua volta dal latino tardo LUCINU(M), ovvero lanterna.
Qui di fianco potete ammirare una sequenza temporalesca ripresa mesi fa dalla mia finestra, con tanto di arcobaleno finale.